La storia della Pizzeria Bella Napoli di Belluno

Era una fredda giornata d’autunno, quando Giuseppe Villani, al secolo “Bepi” riceve una telefonata (con gettone, da una cabina telefonica!) dal fratello Camillo.

Giuseppe è a Roma e sta facendo il servizio militare, ma nonostante avesse tutt’altro per la testa, capisce subito che il fratello ha un’idea eccezionale che gli frulla in testa: «Giuseppe, perchè non apriamo una pizzeria a Belluno?».

L’idea è rischiosa, ma Bepi capisce che “il treno Agerola-Belluno” è uno di quelli che devi prendere al volo.

Così nel 1971, Giuseppe si congeda e parte con destinazione Belluno.

Il 2 giugno dello stesso anno apre, in società con i fratelli (2 femmine e 3 maschi) la pizzeria Ai Giardini (oggi F40), in piazza dei Martiri.

Ad Agerola, nel frattempo Bepi conosce Angela, se ne innamora, mette su famiglia e porta tutti a Belluno.

Arriveranno presto due figli, e le spese aumentano. Proprio per questo l’ idea è quella di aprire un’altra pizzeria non tarda ad arrivare.

L’occasione giusta arriva quando Bepi acquista un piccolo locale di via Feltre, un tempo capannone dismesso.

Si realizza così un sogno che nel novembre del 1973 diventa realtà: nasce la pizzeria ristorante Bella Napoli, uno dei locali storici e più longevi della città.

«Tutto è nato grazie a mio fratello Camillo (che oggi non c’è più), è lui che mi ha attirato nel mondo della pizza. Possedeva un locale a Pordenone e mi disse che voleva aprire una pizzeria a Belluno e da lì tutto è nato», racconta Bepi.

Ma qual sia l’elisir di lunga vita di Bepi, se lo sono chiesti in tanti. La moglie Angela la vede così: «La dedizione e l’amore per il lavoro. Giuseppe è sempre presente e disponibile con tutti, ma ci vogliono anche tanta pazienza e costanza. Abbiamo ricevuto una bellissima accoglienza quando siamo arrivati qui, mio marito è benvoluto e molto conosciuto in tutto il territorio e la nostra famiglia si è subito inserita nel tessuto sociale della città. In cinquant’anni abbiamo creato una clientela affezionatissima».

Le fa eco Anna, la seconda figlia: «Il senso del dovere e il rapporto di amicizia e rispetto con i clienti sono alla base del lavoro che i miei genitori hanno portato avanti in questi anni. Abbiamo sempre voluto garantire prodotti di qualità, assieme ad una lavorazione artigianale».